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martedì 25 aprile 2017

S RE

Il titolo di oggi si riferisce alla raffigurazione simbolica del serpente, e al titolo regale maschile; non importa se crediamo a certi miti moderni sui "rettiliani" o meno, questo titolo è ciò che altrimenti diciamo il nostro "ESSE RE".

L'inattesa gita di ieri nel comune di Boca (NO) con visita al famoso santuario antonelliano


malgrado le temperature polari stata un piacevole diversivo, in particolare per la breve escursione nell'Isola del Silenzio, che se non altro suggerisce al visitatore l'essenza della pace che è causata dall'assenza di rumori e suoni inutili, come sono spesso le voci; lo fa in silenzio, attraverso i cartelli:


con queste parole nel mezzo del cammino, che inducono alla riflessione:


e un interrogativo profondo: chi non è arrivato ad essere ciò che è?
E quindi, chi non è "tutto"?

Secondo l'enciclopedia Cattolica (Catholic Encyclopedia):
"Da che il nome Divino è una forma all'imperfetto del verbo Ebraico arcaico "essere" Jahveh significa "Colui che è", la cui nota caratteristica consiste dell'essere, o semplicemente de L'essere."

(http://www.newadvent.org/cathen/08329a.htm - Trad. mia)

L'accesso all'Isola del Silenzio è guardato da piccoli grifoni voraci


e, sull'altra sponda, da belve feroci


che, per inciso, sono anche molto morbide =)

In merito al mio gioco-di-parole iniziale, chi può dimostrare che l'essenza di qualcosa non è la sua assenza? Al contrario mi pare che la nostra assenza (nei termini "zen" di nel post prec.) sia la nostra vera essenza, e su questo mi sto orientando, nella 'riscoperta del sacro femminino' che corrisponde nel contesto della ricerca alle apocalissi generiche di cui ho scritto nei posts precedenti.
Il concetto Orientale del Śūnyatā espresso nella dottrina della vacuità è la rappresentazione originale (seguendo l'ondata mistica dall'Est all'Ovest) dell'Ouroboros: gli sprovveduti discepoli dell'Est osservano il simbolo dello  Ensō come gli Occidentali guardano al serpente, o dragone che circonda il tutto, chiamato anche Leviatano nei riti misterici, senza considerare che la sua essenza è il suo contenuto, e che esso rappresenta infine lo "0", la non-essenza, o assenza.
 E' una forma più sofisticata del guardare il dito di chi ci indica la Luna. O finanche il Sole.

Calligrafia di Kanjuro Shibata XX "Ensō 

Compendio alchemico Pandora explicata del 1706
di Johann Michael Faust con l'Ouroboros doppio

L'Ouroboros nella Chrysopoeia di Cleopatra


Sotto il velo di Māyā non c'è nulla che si possa vedere, ascoltare, toccare, nulla che si possa pensare, perché essa è sinonimo delle 'frequenze vibratorie' che compongono tutto ciò che viene esperito come "realtà fisica" Qui e Ora. Questo è l'antico insegnamento del vuoto che genera il pieno, il grossolano emanato dal sottile, e della nostra assenza come essenza divina, dell'uomo figlio della donna, ed è infatti una lezione data dalle parole del silenzio, e non si può comprendere altrimenti.

Come sempre, leggere è un conto, comprendere è tutt'altro conto, ma è pur sempre un conto, come tutto lo è. Una vita è la somma di tutte le esperienze dell'individuo, un'epoca lo è di quelle collettive, e non sono altro che conti.
Cosa ci possiamo aspettare da chiunque si definisca "IO", ovvero 1/0?
Che sia ciò che è, appunto, dovunque sia arrivato sul suo proprio percorso cognitivo, la sua cifra non sarà mai altro, se non che si guardi allo specchio con la capacità di ri-conoscere che in realtà egli è 0-1, proprio come mi ha suggerito la mia stessa immagine nello specchio l'altro giorno: che noi siamo i riflessi, e non quelli che vediamo negli specchi. Ma questo, come ho accennato prima, lo avevamo già visto in un mediocre (per quanto prodotto da menti "illuministiche") horror di serie B alla fine degli anni '80...

Sarebbe quindi tempo di procedere oltre... Qui, e Ora=)


Il DOPPELGANGER DIVINO

Noi sappiamo tutto da Principio, e ri-conosciamo tutto nel corso della nostra 'vita' sulla Terra, ma "tutto" -la parola che contiene ogni altra parola, come l'Uno contiene ogni numero- come si può ri-conoscere, dal momento che è impossibile (ri)conoscere tutto durante il singolo ciclo esistenziale?
Mi sono risposto, prima di porre il quesito in questi termini:

TUTTO questo è una 
RAPPRESENTAZIONE.

Per questo l'individuo umano è una "persona" nella nostra misteriosa logosfera cattolica, ovvero una maschera teatrale dell'antichità

Ricordiamo i casi famosi, quelli che sono inevitabilmente relativi ai volti dei "divi" di Hollywood, quelli cioè che fanno le 'persone' di mestiere, e vediamo in questo articolo del Daily Mail del 2011:


Trad.: "Sosia: la foto del 1860 di John Travolta sembra molto simile allo scatto della star di Grease preso nel 1980" (SIC -- British Humor, I suppose. =)


Trad.: "Sosia: un venditore di eBay afferma di possedere un foto carte de visite, a destra, del 1870 circa, di un uomo che all'apparenza è come la star 47enne di Con Air, Ghost Rider e The Rock, Nicolas Cage, a sinistra nel 2006"

Ora, conosciamo questi casi solo a cagione della fama dei due, per cui tutti hanno già vista da qualche parte la persona (Fen./Lat. "maschera") di John Travolta, tutti ne conoscono i tratti fisionomici e sono in grado di ri-conoscerli vedendoli altrove, finanche nel volto di un'altra persona.
Questo non vale invece per l'uomo comune, ma nemmeno per degli individui che possono coprire ruoli di estrema importanza mondiale, e nel contempo non sono continuamente predati dall'orda multimediale, per cui le loro rare apparizioni in pubblico e la scarsa diffusione delle loro immagini non li rendono immediata-mente riconoscibili dal grande pubblico.
Possiamo considerare questi come due casi rari, la cui rarità è determinata da tali condizioni; così come non possiamo (ri) conoscere tutto, non possiamo fare lo stesso con tutti, quindi come potremmo mai sapere se è già esistita -o esista- una certa persona in qualunque altro "tempo" possibile? 
 Sarebbe un'impresa a dir poco ardua, e oserei dire disperata in partenza.

Se preferiamo l'opzione logica a quella vampirica, possiamo quindi affermare che questi due casi, seppure rari, per il semplice fatto di non essere un unico caso si possono considerare una prova fotografica della esistenza di modelli primordiali dell'essere umano, espressioni genetiche fisse e invariabili che vengono replicate in una sfera "temporale" esperita da tutti noi, solo Qui, e sempre Ora. In questa rappresentazione, il cui significato nel mondo-di-parole e in part. nella nostra logosfera Italica, è suddiviso da Wikipedia nelle seguenti voci; io non mi sentirei di escluderne una sola dall'elenco:
"

  • Rappresentazione, sinonimo di spettacolo teatrale
  • Rappresentazione, immagine pittorica o scultorea
  • Rappresentazione indica sia il contenuto stesso dell'azione rappresentativa, sia l'atto del rappresentare, cioè percepire coscientemente, nell'ambito della sensibilità esterna, un oggetto con le sue caratteristiche sensibili oppure avvertire, nell'ambito della sensibilità interna, come oggetti interni, emozioni, passioni, fantasie ecc. In quest'ultimo senso la rappresentazione è un'attività del pensiero.
  • Rappresentazione sociale, con cui si esprimono la "costruzione" di un oggetto sociale, modificabile e reinterpretabile da parte di una comunità.
  • Rappresentazione in matematica, associazione ad una entità o a una struttura tendenzialmente astratta di un oggetto più specifico avente lo stesso comportamento formale (v. omomorfismo), essenzialmente per riuscire a sviluppare calcoli effettivi. In particolare si studiano le rappresentazioni dei gruppi, dei gruppi di Lie, delle algebre associative, delle algebre di Lie, delle superalgebre.
  • Rappresentazione della conoscenza, branca dell'intelligenza artificiale che si occupa dei modi per formalizzare la rappresentazione dell'esperienza umana in modo da renderla oggetto di ragionamento automatico
  • Rappresentazione, l'istituto previsto al Capo IV del Codice Civile italiano (artt. 467 e seguenti) in base al quale i discendenti legittimi o naturali subentrano nell'eredità al loro ascendente, in tutti i casi in cui questo non possa o non voglia accettare l'eredità o il legato.

"

In realtà, tutte queste parole sono rappresentazioni differenti della medesima rappresentazione, nessuna ne esclude un'altra, e nell'insieme compongono una piccola parte di ciò che è nell'insieme la nostra rappresentazione.
Mi pare oltremodo interessante la presenza di una voce che concerne la matematica così come la intelligenza artificiale, la quale non per caso è la Rappresentazione della conoscenza, il cui fine è di integrarla in un ragionamento automatico, "per abduzione e induzione, ragionamento incerto e non monotono" nel paradigma della Programmazione Logica, "che adotta la logica del primo ordine sia per rappresentare sia per elaborare l'informazione."
Questa "logica teorica" (o teoretica) del primo ordine è definita come: 
"un particolare sistema formale, cioè una teoria formale in cui è possibile esprimere enunciati e dedurre le loro conseguenze logiche in modo del tutto formale e meccanico." (Wikipedia)
e dunque questo è ciò che si cerca di insegnare alle macchine pensanti, per renderle "intelligenti", di elaborare meccanicamente ogni singola informazione che definisce il loro "tutto" secondo principi dell'indeterminazione che non sono necessariamente soltanto quelli relativi ai limiti stabiliti da Herr Heisenberg, né tantomeno alle misurazioni fisiche, da che noi si gravita sempre in un contesto software che è essenzialmente ignaro del proprio, possibile hardware, ciò che sappiamo (ri-conoscendolo) soltanto non essere ciò che è la persona, ovvero la rappresentazione dell'essere (I/0) Qui e Ora. Cosa E', invece, è tutto quello che ignoriamo, ed è quella parte del tutto che al contrario è davvero importante ri-conoscere.

L'alternativa è essere "colui che è"; è quella della maggioranza silenziosa.
I fatti lo dimostrano, in una logosfera cattolica composta di un miliardo di persone.

Cosa ci rappresenta, infine, tutto questo?
Per quanto riguarda il blogger artistico, non è che arte.
L'ideale del creatore Maya (riguardo l'omonimia del concetto Vedico e del nome del popolo Sudamericano mi sono già espresso ovunque si tratti di "coincidenze") la cui etimologia più probabile è 'aspersore di Itz", è quello stesso del "padre" (nostro), il genitore, o datore di geni, e nel contempo ci rivela l'identità simbolica del moderno sacerdote; laddove Itz è 

"radice che definisce ogni sorta di secrezione (come rugiada, linfa e sperma) e anche stregoneria"

(https://en.wikipedia.org/wiki/Itzamna -- Trad. mia)

Un'immagine val più di mille parole:

Immagine: Jubilee Street
questa ne vale 2000:


A proposito del misterioso contenitore che vediamo nelle mani delle deità Mesoamericane e Mesopotamiche indifferentemente, come in questa foto di Ancient-Code.com:


è possibile che si tratti di una "borsa" generica quanto di un contenitore specifico per un liquido di sorta, quello che da bambini noi chiamavamo "secchiello"

Il problema della faccia/ta, della "persona" e del suo ruolo nella rappresentazione quotidiana, è in effetti soltanto l'aspetto formale, cioè la apparenza di una realtà che è de-finita dalla Id-Entità dell'individuo che ri-conosce sé stesso nella struttura logica definita dalle parole, o logo-sfera, a partire dalla parola che corrisponde al proprio "nome", in cui il cog-nome che lo fa discendente di una famiglia è la formula simbolica del suo patrimonio genetico...?


Ancora a proposito di gingilli fallici...
Ricordate "Tubal Cain"?!?

Questo è Dagon, primo "dio dei Filistei", ovvero degli antichi Ebrei, che regge un oggetto indistinto nella mano in basso e ne impugna un'altro nella mano alzata...


Ci ricorda qualcosa...? 
E ci ricorda qualcosa il fatto che la testa assai maschile di questo pesce 
umano oggi sia simboleggiata da una testa di pesce che è invece 
perfettamente riconoscibile come tale nel copricapo chiamato "mitra", 
che abbiamo già visto sopra, e rivediamo qui nel modello papale più 
alla moda:

???

Qualcuno pensa alle teste di c..avolo?
Altri alle teste di pesce...

Come abbiamo accennato prima, in merito alla prevalenza del DNA mitocondriale o MtDNA, che determina l'ebreità (e la non-ebreità) lungo la linea uterina della stirpe, in effetti quello genetico è un matrimonio, che viene rappresentato nella sfera esoterica dalle Nozze Alchemiche:

Immagine: Visione Alchemica

Il padre e la madre, simboleggiati dal Re e dalla Regina, sono al di sopra del Sole e della Luna, e questa è la rappresentazione artistica dei loro ruoli nelle vite di ognuno di noi, che le abbiamo ri-conosciute oppure no; quindi infine, tutto ciò che ri-conosciamo e possiamo ri-conoscere di questa "vita" è di fatto una rappresentazione di tutto ciò che viene rappresentato Qui e Ora; e non Altro

Osservando questo l'altro giorno ho pensato: TUTTO è ARTE


e poi questo:


...e ho proseguito così.

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